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La promessa dell'assassinocon Viggo Mortensen

La promessa dell'assassino (Eastern Promises) è un film del 2007 diretto da David Cronenberg, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival.

Dai tempi di "Spider" (2002) - passando per "A History of Violence" (2005) - David Cronenberg sembra aver adottato una sterzata nei confronti del suo "estremo" cinema passato: inizialmente imparentato con il migliore e lontano B-Movie Usa, poi già tra gli 80 e i 90 dallo stile gelido e controllatissimo. In realtà ci troviamo di fronte a un approdo maturo, di raro coraggio più che di convenzione verso le leggi della ricca Hollywood: l'autore canadese è riuscito a immergere la sua "poetica del corpo" in un contesto dove classicismo non coincide mai con banalità e riconciliazione, e "Eastern Promises" ne è un esempio folgorante.

Ci troviamo difatti davanti a un vero e proprio noir all'interno del quale sono riscontrabili le caratteristiche cardini del genere: una morte, buoni e cattivi, una ragazza combattiva e (forse) in pericolo, un destino (o forse più) da segnare, il passato che, imperterrito, macchia di sangue il presente. Ed è proprio quest'ultimo tema che ne fa una sorta di corollario di "A History of Violence", che secondo chi scrive è in assoluto il capolavoro di Cronenberg.

 

 

Trama
Londra. Anna Khitrova è un'ostetrica di origine russa che rimane molto colpita dalla tragica morte di una quattordicenne, avvenuta a causa di un'emorragia dopo aver dato alla luce una bambina; della ragazza non si conosce l'identità e Anna cerca di scoprirla tramite un diario che la giovane aveva addosso, che però è scritto completamente in russo.

Tra le pagine del diario Anna trova un biglietto di un ristorante chiamato Trans-Siberian, dove si reca per cercare notizie al fine di rintracciare la famiglia di origine della ragazza a cui affidare la neonata. Il ristorante è gestito dal cordiale Semyon, ma dietro la facciata disponibile dell'anziano si nasconde in realtà il capo di una fratellanza criminale chiamata Vory V Zakone, al cui vertice, oltre a lui, c'è anche il figlio Kirill, un uomo alquanto instabile e poco apprezzato dal padre.

Nikolai Luzhin è il carismatico e imperturbabile autista di fiducia di Kirill, con cui ha stretto un legame profondo ed ambiguo, il cui scopo sembra quello di voler arrivare, proprio tramite questi, alle grazie del padre; un rapporto ambiguo nasce anche tra lui e la bella Anna, la quale, alla disperata ricerca di una famiglia a cui affidare la neonata, non riesce a capire la vera natura dell'uomo.

Una volta tradotto il diario si scopre che Tatiana, la ragazzina, era arrivata in Inghilterra dopo la morte del padre per cercare una vita migliore, ma era caduta nel giro della prostituzione gestito da Semyon e per giunta era stata violentata da quest'ultimo rimanendo incinta.

Nel frattempo Nikolai diviene sempre di più l'uomo di fiducia di Semyon, tanto da acquisire ufficialmente i "gradi" della Vory V Zakone, ma l'uomo decide di venderlo ad alcuni rivali ceceni per salvare la vita di Kirill, il quale aveva ucciso il fratello di questi uomini poiché spargeva in giro la voce che fosse gay (voce che lo stesso Semyon sembra confermare, così come altri comportamenti ambigui che questi tiene nei confronti di Nikolai).

Nikolai riesce a salvarsi e in ospedale viene visitato dal capo della sezione russa di Scotland Yard, rivelando così di essere un infiltrato; Anna si prende cura di lui finché non intravede nell'ascensore Kirill: questi ha rapito la piccola Christine dopo che la polizia, seguendo le indicazioni di Nikolai, ha prelevato il sangue di Semyon per dimostrare che è lui il padre della bambina e di conseguenza accusarlo di stupro e corruzione di minore.

Anna e Nikolai riescono a fermare Kirill appena in tempo salvando la bambina; i due si salutano con un bacio e, qualche tempo dopo, si scopre che la piccola è ormai nelle amorevoli mani dell'ostetrica e della sua famiglia mentre Nikolai, proseguendo imperterrito nella sua missione, ha ormai preso il posto di Semyon nelle gerarchie criminali dell'organizzazione.

Produzione
Questo è il primo film di Cronenberg girato completamente fuori dal Canada.

Cronenberg torna a dirigere Viggo Mortensen dopo A History of Violence, ma questo film è una sorta di sequel di Piccoli affari sporchi  di cui lo sceneggiatore Steven Knight ha scritto la sceneggiatura nel 2004, venendo candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Mortensen dà vita ad un personaggio memorabile per intensità e suggestione. In perfetta continuità con il precedente cinema di Cronenberg, anche per il protagonista di questo film la fisicità riveste un ruolo di primaria importanza: il corpo di Nikolai è infatti ricoperto da 43 vistosi tatuaggi. Mortensen ha studiato per mesi i tatuaggi criminali grazie ad un libro e al documentario girato nelle prigioni russe da Alix Lambert.

Per ricoprire il corpo di Viggo Mortensen di tatuaggi, Stephan Dupuis ha impiegato più di quattro ore.

La scena in cui a Nikolai vengono tatuate delle stelle sulle ginocchia, sta a significare che "egli non si inginocchierà mai di fronte a nessuno"; inoltre, le stelle sul petto significano che è entrato nella famiglia come membro effettivo.

Per la scena di lotta nella sauna, Cronenberg ha chiesto a Mortensen di girare la scena completamente nudo per renderla più credibile.

 

Interpreti e personaggi
Viggo Mortensen: Nikolai Luzhin
Naomi Watts: Anna Khitrova
Vincent Cassel: Kirill
Armin Mueller-Stahl: Semyon
Sinéad Cusack: Helen
Donald Sumpter: Yuri
Jerzy Skolimowski: Stepan
Josef Altin: Ekrem
Mina E. Mina: Azim
Aleksandar Mikic: Soyka
Sarah-Jeanne Labrosse: Tatiana
Lalita Ahmed: Cliente
Badi Uzzaman: Chemist
Raza Jaffrey: Dottor Aziz
Doppiatori italiani
Pino Insegno: Nikolai Luzhin
Barbara De Bortoli: Anna Khitrova
Riccardo Rossi: Kirill
Franco Zucca: Seymon
Aurora Cancian: Helen
Sandro Iovino: Yuri
Dario Penne: Stepan
Flavio Aquilone: Ekrem
Carlo Reali: Azim
Michele D'Anca: Soyka
Giulia Tarquini: Tatiana

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