La Sfida del Samurai, film violento, ironico, formalmente splendido di Akira Kurosawa.
La sfida del samurai è un film del regista giapponese Akira Kurosawa del 1961 con Toshirô Mifune; il titolo originale Yōjinbō significa letteralmente "guardia del corpo".
La distribuzione occidentale, in particolar modo in Italia, è divenuta famosa per la disputa legale per plagio avvenuta tra Toho Company e Sergio Leone riguardo la realizzazione di Per un pugno di dollari (1964), film che rilanciò con successo l'esautorato genere spaghetti-western e che fu trampolino di lancio per la carriera di Clint Eastwood.
Nel 1996 venne girato Ancora vivo, un gangster movie diretto da Walter Hill, che fu un remake ufficiale del film di Kurosawa.
Nel 2008 La sfida del samurai è stato inserito al 95º posto nella classifica dei 500 più grandi film di tutti i tempi pubblicata da Empire.
L'incipit dell'opera - e sappiamo che Kurosawa prestava grande attenzione alle sequenze iniziali - ci mostra un samurai , chiaramente riconoscibile come randagio dall'acconciatura del capo ma le cui non oscure origini sono evidenziate dagli stemmi di famiglia impressi sugli abiti. Trovandosi ad un bivio getta per aria con infantile allegria un bastone: la direzione ove si poserà la punta del bastone sarà anche la sua. Ed è così che arriva in un sinistro villaggio, apparentemente privo di abitanti (sono tutti rinchiusi dalla paura nelle loro case) ove una inquietante apparizione gli fa immediatamente capire che qualcosa - e qualcosa di molto grosso - non va: un cane che trotterella per la via principale, deserta e battuta dal vento, portando in bocca una mano umana, evidentemente tagliata di fresco da un colpo di spada. Ancora un cane, dopo quello di Nora Inu del 1949, dodici anni prima, che introduce lo spettatore alla sinistra atmosfera di questo film
Trama.
Un ronin senza nome arriva in una piccola cittadina stranamente silenziosa e senza vita. Alloggiatosi nella locanda, viene a sapere dall'oste che in città, dove regnano l'omertà e corruzione più sfrenate, è da tempo in corso una guerra logorante tra due potenti yakuza, Seibei e Ushitora, e decide di fare qualcosa per mettere fine a questa situazione di caos; tuttavia, sapendo di non potere niente contro gli eserciti di tagliagole e mercenari che Seibei e Ushitora hanno raccolto attorno a sé, capisce che la cosa migliore da fare è spingere i due capi a uno scontro diretto che li finisca entrambi.
Come prima cosa mette in mostra le proprie abilità uccidendo senza problemi tre uomini di Ushitora, quindi si offre come guardia di Seibei per la considerevole cifra di cinquanta ryou, ma un attimo prima della battaglia, sapendo anche che Seibei e la sua malevola moglie Orin intendono ucciderlo a cose fatte per non doverlo pagare, si tira indietro. Purtroppo, contro i suoi piani, subito prima che i due eserciti arrivino allo scontro si sparge la notizia che l'ispettore dello shogun sta arrivando in città, cosa che costringe inevitabilmente le due parti a dichiarare una tregua e a riportare il villaggio ad una parvente condizione di serenità.
L'ispettore si intrattiene per diversi giorni, con grande dispiacere del bottaio vicino dell'oste, che negli ultimi tempi si era arricchito sfruttando la guerra in corso tra i due clan, e nel frattempo Saibei e Ushitora fanno a gara per cercare di accaparrarsi i servizi del samurai senza nome, presentatosi come Sanjuro. Per tentare di portare Sanjuro dalla sua parte Ushitora gli rivela che il conflitto è prossimo a ricominciare; infatti, ha fatto uccidere il capo di un villaggio vicino, cosa che costringerà l'ispettore a ripartire.
Come predetto da Ushitora l'amministratore parte il giorno dopo e il conflitto ricomincia. Sanjuro è convinto che questo costituirà la spallata finale per il dominio dei due capi sul villaggio, ma dopo poco tempo il bottaio rivela che Saibei e Ushitora, su consiglio del fratello minore di quest'ultimo Unosuke (interpretato dall'altro attore simbolo del cinema di Kurosawa, Tatsuya Nakadai), stanno tentando una riappacificazione. Sanjuro però è preoccupato, perché sa che la pace serve solo a preparare una guerra più grande, e cerca di trovare il modo per mandare a monte i piani dei due capi.
Cattura quindi due uomini di Ushitora, Hachi e Kuma, che ubriachi avevano rivelato di essere gli assassini del capo del vicino villaggio, quindi li consegna a Saibei perché li consegni alla polizia, decretando la fine del suo nemico. Subito dopo si reca da Ushitora, a cui dice che i due ora sono in mano a Saibei, convinto che questo costituirà il pretesto ideale per ricominciare la guerra. Invece interviene nuovamente Unosuke, che assieme al terzo fratello, lo stupido e violento Inokichi, rapisce Yuchiro, il figlio dell'avversario, per costringere Saibei ad uno scambio di prigionieri.
Al momento dello scambio però Unosuke uccide i suoi due sicari e trattiene Yuchiro, pretendendo come condizione per il rilascio la resa di Saibei; Saibei però, che si aspettava una mossa del genere rivela di aver rapito Nui, la moglie di Tokuemon, il ricco commerciante di saké e seta amico di Ushitora.
Viene organizzato quindi un nuovo scambio, e una volta riavuta la donna Ushitora, temendo una contromossa di Saibei, la chiude in una casa protetta, guardata a vista da sei dei suoi uomini. Sanjuro a questo punto finge di mettersi al suo servizio, e recatosi con una scusa nella casa dove è rinchiusa Nui riesce con un trucco ad uccidere le guardie e a far scappare la donna con il figlio e il vero marito (che poco tempo prima era stato costretto a venderla a Tokuemon per ripagare un debito) facendo credere però che sia tutta opera di Saibei.
Ushitora, per vendetta, appicca il fuoco alla casa di Tazaemon, il capo villaggio alleato di Saibei, che risponde devastando la distilleria di Tokuemon. Si arriva quindi allo scontro aperto, con decine di morti.
Purtroppo, le macchinazioni di Sanjuro giungono presto alla fine; Unosuke scopre infatti il suo doppiogioco. Catturato, Sanjuro viene torturato perché riveli cosa ne è stato di Nui, ma riesce a fuggire e a lasciare il paese con uno stratagemma e la collaborazione dell'oste e del bottaio, nascondendosi in un capanno nei pressi del cimitero. Mentre Sanjuro è convalescente, Ushitora sconfigge Saibei, sterminando tutta la sua famiglia, quindi, scoperta la complicità dell'oste con Sanjuro, lo fa catturare perché riveli dove si trovi il samurai.
Informato dal bottaio, Sanjuro torna al villaggio e fa strage di Ushitora e di tutti i suoi seguaci all'infuori di uno, il figlio di un contadino che all'inizio del film si era unito a Ushitora inseguendo un miraggio di ricchezza e che rimanda a casa rammentandogli di come sia molto meglio vivere a lungo anche se poveri.
Con la morte dei due capi la pace nel villaggio è ristabilita, e mentre la comunità torna alla vita Sanjuro riprende il suo viaggio in cerca di nuove sfide.
Interpreti e personaggi.
Toshirô Mifune: Sanjuro Kuwabatake
Tatsuya Nakadai: Unosuke
Yôko Tsukasa: Nui
Isuzu Yamada: Orin
Daisuke Katô: Inokichi
Seizaburô Kawazu: Seibei
Takashi Shimura: Tokuemon
Hiroshi Tachikawa: Yoichiro
Yosuke Natsuki: figlio di Kohei
Eijirō Tōno: Gonji, proprietario della taverna
Kamatari Fujiwara: Tazaemon
Ikio Sawamura: Hansuke