Le Capital, un nuovo capitolo nel cinema d'impegno civile firmato Costa-Gavras
Le capital è un film del 2012 diretto da Costa-Gavras.Tratto dal romanzo di Stéphane Osmont un nuovo capitolo nel cinema d'impegno civile firmato Costa-Gavras. Marc Tourneuil, semplice impiegato bancario, diventa un manager avido, bugiardo e ossessionato dal sesso.
Pur di raggiungere il comando della Phénix, la più grande banca europea, sotto le mentite spoglie di agnello si rivela un lupo. Almeno fino a quando scopre che un fondo speculativo americano agisce con metodologie ancor più subdole delle sue. Thriller teso, tagliente tensione narrativa per un feroce ritratto del capitalismo selvaggio.
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L’intero film ruota attorno alla figura di Marc Tourneuil, assistente di Jack Marmande, presidente di Phenix, la più grande banca europea. Nel momento in cui il cancro ai testicoli di Marmande gli impedisce di svolgere appieno i suoi compiti, il consiglio d’amministrazione dell’istituto bancario decide di nominare un sostituto.
La scelta ricade proprio su Tourneuil il quale, invece di “obbedire” al consiglio d’amministrazione che l’ha eletto, inizia a rinnovare a modo suo la banca fino ad ottenerne il controllo totale. Le Capital è, perciò, un film che si addentra nel mondo dell’alta finanza e ne denuncia, senza troppa retorica, tutto il marcio di cui è impregnato. Ne risulta una vera e propria associazione a delinquere in cui gli unici obiettivi che regnano sovrani sono il potere e i soldi. Chiunque sia invischiato in questo sistema non è mai appagato dalla posizione che ricopre e aspira a conquistare cariche sempre più alte. E anche quando si è raggiunto l’apice – è proprio il caso del protagonista – si cerca di aumentare il proprio potere attraverso un controllo dispotico e autarchico, non solo sull’istituto di cui si è a capo, ma soprattutto sui propri collaboratori e dirigenti.
Lo stesso discorso vale per i soldi, o meglio per il capitale: più ce n’è e più se ne vorrebbe. È questo il piano dei vari gruppi che hanno acquistato azioni Phenix e che, attraverso una speculazione illegale, cercano di raddoppiare se non triplicare il valore del proprio fatturato. In tutto questo squallore Marc Tourneuil non è da meno: sebbene ci siano in lui dei miraggi etici, il potere e i soldi l’hanno talmente accecato da riuscire a fare il doppio, triplo, quadruplo gioco, per stanare tutti i suoi avversari e con un’abile mossa farsi nuovamente rieleggere.
L’intera vicenda è scandita da un montaggio serrato con sequenze episodiche del “cammino” del protagonista alla conquista del potere, conferendo al film un ritmo incessante. Ed è lo stesso protagonista a farsi carico della narrazione interpellando lo spettatore ad inizio e fine del film – un po’ come accade in molti film di Martin Scorsese. Significativa è la sequenza in cui Tourneuil pranza assieme ai parenti e, mentre sono a tavola, c’è uno scambio di battute tra lui e lo zio sulla situazione attuale: la (finta?) crisi europea non è altro che un progetto ideato dagli istituti bancari, i quali hanno legato gli Stati ad una politica di impoverimento generale della popolazione per generare un aumento stratosferico della ricchezza di pochi eletti.
Interpreti e personaggi.
Gabriel Byrne : Dittmar Rigule
Gad Elmaleh : Marc Tourneuil
Bernard Le Coq : Antoine de Suze
Natacha Régnier : Diane Tourneuil
Marie-Christine Adam : Madre di Diane
Hippolyte Girardot : Raphaël Sieg
Céline Sallette : Maud Baron
Yann Sundberg : Boris Breton
Olga Grumberg : Claude Marmande
Liya Kebede : Nassim
Vincent Nemeth : Alain Faure
Daniel Mesguich : Jack Marmande