Prisoners amara parabola di una nazione che ha perso la fede.
Prisoners è un film del 2013 diretto da Denis Villeneuve e interpretato da Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal.
Prisoners è l'amara parabola di una nazione che si domanda ancora se la tortura sia un mezzo accettabile per estorcere informazioni "indispensabili alla sicurezza nazionale", e che insegue una verità sempre più sfuggente e sempre meno assoluta. Non è un caso che il simbolo al centro della trama sia un labirinto senza apparente via d'uscita. E la componente perturbante del film, sempre pronta a sconfinare in zona horror, rimane dentro ben dopo la visione.
Prisoners è l'amara parabola di una nazione che si domanda ancora se la tortura sia un mezzo accettabile per estorcere informazioni "indispensabili alla sicurezza nazionale", e che insegue una verità sempre più sfuggente e sempre meno assoluta. Non è un caso che il simbolo al centro della trama sia un labirinto senza apparente via d'uscita. E la componente perturbante del film, sempre pronta a sconfinare in zona horror, rimane dentro ben dopo la visione.
La durata eccessiva del film va tuttavia a scapito dell'incisività della trama, e il budget consistente (o forse il maggior controllo creativo da parte della major produttrice) sembrano limitare l'autonomia autoriale di Villeneuve, più potente e compatto ne La donna che canta. Ma l'iconoclastia dello "straniero" all'interno di un format narrativo quintessenzialmente yankee è interessante e fortemente provocatoria.
Il cast stellare mette il proprio talento, e la propria valenza iconografica, a favore di quest'opera di demolizione del mito (cinematografico) americano. Unica nota stonata il casting di Melissa Leo nei panni di un'anziana signora che, visivamente, attinge ad un archetipo cinematografico così ben consolidato da rischiare l'effetto spolier.
Il cast stellare mette il proprio talento, e la propria valenza iconografica, a favore di quest'opera di demolizione del mito (cinematografico) americano. Unica nota stonata il casting di Melissa Leo nei panni di un'anziana signora che, visivamente, attinge ad un archetipo cinematografico così ben consolidato da rischiare l'effetto spolier.
Trama.
La famiglia Dover conduce una vita serena in una tranquilla cittadina dello stato della Pennsylvania, ma durante i festeggiamenti per il Giorno del ringraziamento la piccola ultimogenita Anna improvvisamente scompare nel nulla assieme alla coetanea Joy Birch, figlia di amici di famiglia. Il padre di Anna, Keller, inizia le ricerche delle due piccole focalizzando sin dal principio la sua attenzione su un camper che sostava nella zona fino a poco prima della scomparsa.
Il detective Loki, a cui è stato dato in carico il caso, localizza subito il mezzo e vi trova dentro il giovane Alex Jones. Questi soffre di un ritardo mentale e, avendo i genitori deceduti, è affidato all'anziana zia Holly; dopo ore di interrogatorio il ragazzo sembra essere estraneo al rapimento, e viene rilasciato. Keller, profondamente scosso da questa notizia, lo aggredisce, e nella colluttazione Jones gli sussurra la frase "Non hanno pianto finché non le ho lasciate", sconvolgendo l'uomo.
Loki conduce l'indagine verso i pedofili segnalati nella zona e dintorni, e casi di bambini scomparsi. Ispezionando la cantina di un ex-sacerdote alcoolizzato rinviene, in una stanza segreta, il cadavere mummificato di un uomo: il prete gli rivela che si tratta di uno sconosciuto serial-killer, da lui segregato (e quindi morto) poiché gli aveva rivelato di aver assassinato sedici bambini. Investiga anche su un bambino rapito anni prima e mai più ritrovato; alla veglia della comunità per Anna e Joy un uomo fugge quando lui lo avvicina: lo stesso uomo che dopo si introduce furtivamente nelle case dei Birch e dei Dover.
Nel frattempo Keller, sicuro che Alex Jones sappia delle due bambine scomparse, sequestra il giovane nella vecchia casa paterna, ormai abbandonata e in rovina. Keller è deciso a qualsiasi costo a far parlare Alex, usando anche tecniche di tortura e violenze, che però sembrano inefficaci dato che il ragazzo non confessa niente, nonostante i metodi barbari adottati da Keller siano giorno dopo giorno sempre più violenti. Alex decide di parlare solo durante l'ultima tortura, la quale consiste nel barricare il giovane nella vasca da bagno costruendo delle pareti di compensato che limitano la luce all'interno e facendo scorrere acqua ustionante o gelida sul ragazzo; infine dice: "Io non sono Alex".
Intanto Loki rintraccia il sospetto che era fuggito la notte della veglia, un certo Bob Taylor: il ragazzo è ossessionato dai labirinti, che disegna su qualsiasi superficie (compresi i muri) ed in casa sua il detective rinviene diversi box con serpenti vivi e vestiti per bambini insanguinati. I Birch e i Dover riconoscono in alcuni di questi vestiti dei capi appartenuti a Joy e Anna, che vengono dunque credute morte. Bob Taylor viene portato in centrale di polizia per essere interrogato ma l'unica cosa che fa nelle successive 3 ore è disegnare un particolare tipo di labirinto che egli stesso non è mai riuscito a risolvere; intanto il detective Loki è stufo di aspettare e lo aggredisce nella sala interrogatori mentre due poliziotti tentano di bloccarlo. Bob riesce a sfilare una pistola dalla fondina di uno dei due uomini e si spara in bocca. La casa di Taylor viene ispezionata dalle unità della Polizia e si scopre che il sangue sugli abiti da bambino nelle casse in realtà proveniva da maiali; in più viene scoperto che Taylor da bambino era stato tenuto prigioniero: non era stato realmente coinvolto nel rapimento delle bambine, ma aveva solo finto di farlo a causa del trauma subito. I vestiti riconosciuti dalle famiglie erano dunque stati rubati dopo l'accaduto dallo stesso Taylor, quando questi si era introdotto furtivamente a casa delle due bambine.
Durante una tortura, Alex dice a Keller la seguente frase: "Sono nel labirinto". L'uomo va dunque a trovare Holly Jones, fingendo di volersi scusare per la reazione aggressiva che egli aveva dimostrato nei confronti del nipote al suo rilascio della centrale di Polizia e menziona la parola "labirinto" per osservare la reazione della donna. Nel frattempo Loki riconosce nel labirinto disegnato da Bob Taylor la collana del cadavere trovato a casa del prete. Inaspettatamente viene trovata Joy, viva e in discrete condizioni, ma pesantemente drogata; nel suo stato di catalessi, quando sente la voce di Keller dice "Anche tu ci sei stato". L'uomo fugge inseguito dal detective Loki, il quale cerca di anticiparlo alla casa abbandonata, che egli aveva tenuto d'occhio date le frequenti visite di Keller e le particolari attenzioni che egli nutriva nel non essere seguito mentre vi si recava, ma invece del fuggitivo che si aspettava fosse rintanato lì trova il giovane Alex, confermando quindi il crimine di rapimento attuato da Keller Dover.
Keller invece capisce che il posto dove Joy aveva sentito la sua voce era la casa di Holly, e vi si reca. Qui la donna lo tiene sotto tiro con una pistola e rivela di essere stata lei a rapire le bambine usando Alex come esca: lei era la moglie del pedofilo ritrovato cadavere a casa del prete, ed entrambi avevano ingaggiato "una battaglia contro Dio" poiché il loro figlio era morto di cancro; Keller viene minacciato dalla donna, che lo costringe a bere una droga. Le ragazzine, così come le decine di bambini rapiti, venivano rinchiuse in una cavità nel sottosuolo coperta da una botola metallica, sopra la quale c'era una macchina apparentemente scassata e rotta; Holly decide di sparare alla gamba di Dover in modo che egli cada nella fossa e che il segreto della sua colpevolezza non fosse mai scoperto da anima viva. La sorpresa per Keller è di trovare il fischietto rosso che la figlia cercava proprio nel buco in cui è stato rinchiuso.
La famiglia Dover conduce una vita serena in una tranquilla cittadina dello stato della Pennsylvania, ma durante i festeggiamenti per il Giorno del ringraziamento la piccola ultimogenita Anna improvvisamente scompare nel nulla assieme alla coetanea Joy Birch, figlia di amici di famiglia. Il padre di Anna, Keller, inizia le ricerche delle due piccole focalizzando sin dal principio la sua attenzione su un camper che sostava nella zona fino a poco prima della scomparsa.
Il detective Loki, a cui è stato dato in carico il caso, localizza subito il mezzo e vi trova dentro il giovane Alex Jones. Questi soffre di un ritardo mentale e, avendo i genitori deceduti, è affidato all'anziana zia Holly; dopo ore di interrogatorio il ragazzo sembra essere estraneo al rapimento, e viene rilasciato. Keller, profondamente scosso da questa notizia, lo aggredisce, e nella colluttazione Jones gli sussurra la frase "Non hanno pianto finché non le ho lasciate", sconvolgendo l'uomo.
Loki conduce l'indagine verso i pedofili segnalati nella zona e dintorni, e casi di bambini scomparsi. Ispezionando la cantina di un ex-sacerdote alcoolizzato rinviene, in una stanza segreta, il cadavere mummificato di un uomo: il prete gli rivela che si tratta di uno sconosciuto serial-killer, da lui segregato (e quindi morto) poiché gli aveva rivelato di aver assassinato sedici bambini. Investiga anche su un bambino rapito anni prima e mai più ritrovato; alla veglia della comunità per Anna e Joy un uomo fugge quando lui lo avvicina: lo stesso uomo che dopo si introduce furtivamente nelle case dei Birch e dei Dover.
Nel frattempo Keller, sicuro che Alex Jones sappia delle due bambine scomparse, sequestra il giovane nella vecchia casa paterna, ormai abbandonata e in rovina. Keller è deciso a qualsiasi costo a far parlare Alex, usando anche tecniche di tortura e violenze, che però sembrano inefficaci dato che il ragazzo non confessa niente, nonostante i metodi barbari adottati da Keller siano giorno dopo giorno sempre più violenti. Alex decide di parlare solo durante l'ultima tortura, la quale consiste nel barricare il giovane nella vasca da bagno costruendo delle pareti di compensato che limitano la luce all'interno e facendo scorrere acqua ustionante o gelida sul ragazzo; infine dice: "Io non sono Alex".
Intanto Loki rintraccia il sospetto che era fuggito la notte della veglia, un certo Bob Taylor: il ragazzo è ossessionato dai labirinti, che disegna su qualsiasi superficie (compresi i muri) ed in casa sua il detective rinviene diversi box con serpenti vivi e vestiti per bambini insanguinati. I Birch e i Dover riconoscono in alcuni di questi vestiti dei capi appartenuti a Joy e Anna, che vengono dunque credute morte. Bob Taylor viene portato in centrale di polizia per essere interrogato ma l'unica cosa che fa nelle successive 3 ore è disegnare un particolare tipo di labirinto che egli stesso non è mai riuscito a risolvere; intanto il detective Loki è stufo di aspettare e lo aggredisce nella sala interrogatori mentre due poliziotti tentano di bloccarlo. Bob riesce a sfilare una pistola dalla fondina di uno dei due uomini e si spara in bocca. La casa di Taylor viene ispezionata dalle unità della Polizia e si scopre che il sangue sugli abiti da bambino nelle casse in realtà proveniva da maiali; in più viene scoperto che Taylor da bambino era stato tenuto prigioniero: non era stato realmente coinvolto nel rapimento delle bambine, ma aveva solo finto di farlo a causa del trauma subito. I vestiti riconosciuti dalle famiglie erano dunque stati rubati dopo l'accaduto dallo stesso Taylor, quando questi si era introdotto furtivamente a casa delle due bambine.
Durante una tortura, Alex dice a Keller la seguente frase: "Sono nel labirinto". L'uomo va dunque a trovare Holly Jones, fingendo di volersi scusare per la reazione aggressiva che egli aveva dimostrato nei confronti del nipote al suo rilascio della centrale di Polizia e menziona la parola "labirinto" per osservare la reazione della donna. Nel frattempo Loki riconosce nel labirinto disegnato da Bob Taylor la collana del cadavere trovato a casa del prete. Inaspettatamente viene trovata Joy, viva e in discrete condizioni, ma pesantemente drogata; nel suo stato di catalessi, quando sente la voce di Keller dice "Anche tu ci sei stato". L'uomo fugge inseguito dal detective Loki, il quale cerca di anticiparlo alla casa abbandonata, che egli aveva tenuto d'occhio date le frequenti visite di Keller e le particolari attenzioni che egli nutriva nel non essere seguito mentre vi si recava, ma invece del fuggitivo che si aspettava fosse rintanato lì trova il giovane Alex, confermando quindi il crimine di rapimento attuato da Keller Dover.
Keller invece capisce che il posto dove Joy aveva sentito la sua voce era la casa di Holly, e vi si reca. Qui la donna lo tiene sotto tiro con una pistola e rivela di essere stata lei a rapire le bambine usando Alex come esca: lei era la moglie del pedofilo ritrovato cadavere a casa del prete, ed entrambi avevano ingaggiato "una battaglia contro Dio" poiché il loro figlio era morto di cancro; Keller viene minacciato dalla donna, che lo costringe a bere una droga. Le ragazzine, così come le decine di bambini rapiti, venivano rinchiuse in una cavità nel sottosuolo coperta da una botola metallica, sopra la quale c'era una macchina apparentemente scassata e rotta; Holly decide di sparare alla gamba di Dover in modo che egli cada nella fossa e che il segreto della sua colpevolezza non fosse mai scoperto da anima viva. La sorpresa per Keller è di trovare il fischietto rosso che la figlia cercava proprio nel buco in cui è stato rinchiuso.
Loki, ancora ignaro di tutto, si reca a casa di Holly per comunicare il ritrovamento del nipote e garantirle che egli riuscirà a sopravvivere alle torture inflitte da Keller; qui vede una foto del marito della signora con al collo la medesima collana del labirinto ritrovata sul cadavere nella cantina del prete, e capisce come le affermazioni del sacerdote, riguardo alla morte del pedofilo in seguito alla sua confessione che avrebbe continuato a rapire e uccidere bambini, fosse vera e di come anche la signora Holly sia colpevole. Proprio in quel momento la donna si sta apprestando ad iniettare del veleno ad Anna, ma Loki riesce a sparare alla donna dopo che questa lo ha colpito di striscio in fronte. Il detective porta la ragazzina all'ospedale, dove viene curata e salvata dalle droghe iniettate dalla vecchia.
Il giorno seguente Anna viene riabilitata e accompagnata in carrozzella dalla madre nella sala dove è ricoverato Loki, in modo che la piccola lo possa ringraziare; dopo aver fatto questo Grace chiede riguardo alle conseguenze penali che il marito, ancora disperso, dovrà subire. La sera stessa il detective si reca a casa Jones, dove la scientifica sta scavando alla ricerca di altri cadaveri. Improvvisamente l'uomo sente un flebile, lontano suono di fischietto, suggerendo che Keller possa essere ritrovato.
Il giorno seguente Anna viene riabilitata e accompagnata in carrozzella dalla madre nella sala dove è ricoverato Loki, in modo che la piccola lo possa ringraziare; dopo aver fatto questo Grace chiede riguardo alle conseguenze penali che il marito, ancora disperso, dovrà subire. La sera stessa il detective si reca a casa Jones, dove la scientifica sta scavando alla ricerca di altri cadaveri. Improvvisamente l'uomo sente un flebile, lontano suono di fischietto, suggerendo che Keller possa essere ritrovato.
Interpreti e personaggi.
Hugh Jackman: Keller Dover
Jake Gyllenhaal: Detective Loki
Maria Bello: Grace Dover
Terrence Howard: Franklin Birch
Paul Dano: Alex Jones
Viola Davis: Nancy Birch
Melissa Leo: Holly Jones
Mike Gassaway: Detective Rand
Dylan Minnette: Ralph Dover
Len Cariou: Padre Dunn
Wayne Duvall: Capitano Richard O'Malley
David Dastmalchian: Bob Taylor
Brad James: Carter
Doppiatori italiani.
Doppiatori italiani.
Fabrizio Pucci: Keller Dover
Fabrizio Vidale: Detective Loki
Francesca Fiorentini: Grace Dover
Stefano Brusa: Franklin Birch
Emiliano Coltorti: Alex Jones
Alessandra Cassioli: Nancy Birch
Maria Pia Di Meo: Holly Jones
Flavio Aquilone: Ralph Dover
Renzo Stacchi: Capitano Richard O'Malley