Andy Cabic e un disco che sembra di vinile
ANDY CABIC & C. HANNO SCELTO DODICI CANZONI SCONOSCIUTE, CHE VENGONO DRITTE DAGLI ANNI SETTANTALe note pace&amore degli hippy in un disco che sembra di vinile
evendra Banhart è il suo più illustre collaboratore e non è un caso, visto che Andy Cabic, nello scegliere dodici brani del cuore da ricantare, è andato verso atmosfere pigre da West Coast o un folk piovigginoso da countryside britannico, da ricantare con voce svagata e sognante, che fa tanto raduno fricchettone tutto pace, amore e musica. Perché la dimensione in cui vivono Andy e i suoi amici è cristallizzata al 1970 o giù di lì, quando si poteva ancora attraversare un Paese, facendo l'autostop, senza una lira.
Avete presente quell'adesivo che ritrae un hippy in cammino verso l'orizzonte, con i sandali ai piedi e la chitarra a tracolla? Immagine perfetta. È una Thing Of The Past cose che giungono da un passato remoto e oscuro, perché i brani qui raccolti, datati tra il '67 e il '73, non sono hit da classifica, ma canzoni poco famose di artisti dimenticati (da Derroll Adams a Norman Greenbaum, quello di Spirti in thè Sky, a Townes Van Zandt, agli Hawkwind e a Loudon Wainwright HI). Per esempio Sleep A Million Years, la traccia che brilla più fra tutte, è una ballata straniante della sconosciuta Dia Joyce, qui cantata da un'altra meteora del folk rock inglese anni 60-70 riscoperta in anni recenti, Vashti Bu-nyan.
E se non è un semplice album di cover, il bello è che non c'è Internet che tenga, qui. Rubare la musica non serve, quando per trovarla c'è solo un luogo da visitare: quel vecchio negozio di vinile, che avete (per poco ancora) sotto casa.