Insolito e crudele
“Insolito e crudele” è il quarto libro scritto dalla scrittrice americana Patricia Cornwell. Scritto nel 1993 è stato pubblicato in Italia nel 1995 dalla casa editrice Mondadori.
Si tratta, in particolare, di uno dei suoi migliori romanzi gialli ed ha vinto nel 1993 il Gold Dagger Awart, assegnato ogni anno dalla Crime Writer’s Association, l’Associazione americana degli scrittori di libri gialli.
Si tratta, in particolare, di uno dei suoi migliori romanzi gialli ed ha vinto nel 1993 il Gold Dagger Awart, assegnato ogni anno dalla Crime Writer’s Association, l’Associazione americana degli scrittori di libri gialli.
Si tratta di un romanzo ricco di colpi di scena e con protagonista l’ormai nota dottoressa Kay Scarpetta, direttrice del centro di medicina legale di Richmond, uno dei più importanti della Virginia. Insieme alla sua équipe, in particolare, Kay Scarpetta dovrà risolvere un caso spinoso e difficile e dovrà persino difendersi da chi cercherà di incastrarla.
Il romanzo è ambientato poco prima di Natale a Richmond: la dottoressa Scarpetta si prepara a compiere l’autopsia sul corpo di Ronnie Joe Waddel, condannato per l’omicidio di Robyn Naismith compiuto 10 anni prima e giustiziato sulla sedia elettrica. Quella che sembra un’operazione di routine, ben presto, però, si complica e assume valenze assai diverse.
Alla dottoressa Kay Scarpetta, infatti, viene chiesto di recarsi in ospedale per analizzare le ferite di un ragazzino di 13 anni trovato in fin di vita vicino un cassonetto della spazzatura.
Il bambino, in particolare, è stato brutalmente mutilato e ferito con un’arma da fuoco e si pensa che abbia subito anche una violenza sessuale, ipotesi avvalorata dal fatto che i suoi abiti sono stati trovati piegati ai suoi piedi.
Il bambino, in particolare, è stato brutalmente mutilato e ferito con un’arma da fuoco e si pensa che abbia subito anche una violenza sessuale, ipotesi avvalorata dal fatto che i suoi abiti sono stati trovati piegati ai suoi piedi.
Dopo un’accurata analisi, la dottoressa Kay Scarpetta è assalita da tremendi dubbi: la vittima, infatti, presenta numerosi elementi in comune con Robyn Naismith, la ragazza uccisa dieci anni prima da Ronnie Joe Waddel.
Com’è possibile tutto ciò? Ronnie Joe Waddel è stato giustiziato proprio la notte stessa del ritrovamento del ragazzino e durante i 10 anni che ha passato in prigione, non ha mai avuto modo di uscire. Il corpo steso sul suo tavolo delle autopsie è proprio quello di Ronnie Joe Waddel?
Com’è possibile tutto ciò? Ronnie Joe Waddel è stato giustiziato proprio la notte stessa del ritrovamento del ragazzino e durante i 10 anni che ha passato in prigione, non ha mai avuto modo di uscire. Il corpo steso sul suo tavolo delle autopsie è proprio quello di Ronnie Joe Waddel?
La situazione si complica quando la dottoressa Kay Scarpetta si accorge che l’hard disk del suo computer è stato manomesso e, per scoprire il responsabile, chiede aiuto a sua nipote Lucy.
Sicuramente la manomissione del computer deve essere collegata alle indagini che sta svolgendo, perché da quel momento Kay inizia ad essere accusata ingiustamente.
Sicuramente la manomissione del computer deve essere collegata alle indagini che sta svolgendo, perché da quel momento Kay inizia ad essere accusata ingiustamente.
Un altro omicidio, inoltre, sembra avvalorare ancora di più l’ipotesi che Ronnie Joe Waddel sia riuscito in qualche modo a sfuggire alla sedia elettrica, ma la verità è ancora lontana e le indagini continuano.
Con amarezza e stupore Kay si accorge che tutte le informazioni su Ronnie Joe Waddel sono sparite dai computer, compreso il report della sua autopsia e inizia a dubitare persino della sua stessa équipe.
Con amarezza e stupore Kay si accorge che tutte le informazioni su Ronnie Joe Waddel sono sparite dai computer, compreso il report della sua autopsia e inizia a dubitare persino della sua stessa équipe.
Il peggio, però, deve ancora arrivare: Susan, una collaboratrice di Kay, viene barbaramente uccisa e tutti gli indizi sembrano condurre proprio a Kay Scarpetta.
«Pronto?» disse una voce maschile che invece non riconobbi. «Vorrei parlare con il capo medico legale, Kay Scarpetta.»
«Sono io» risposi.
«Oh, bene. Sono il detective Joe Trent. Ho trovato il suo numero sull'elenco, scusi se la disturbo a casa.»
Dal tono sembrava nervoso. «È che ci troviamo in una situazione... avremmo proprio bisogno del suo aiuto.»
Dal tono sembrava nervoso. «È che ci troviamo in una situazione... avremmo proprio bisogno del suo aiuto.»
«Di cosa si tratta?» chiesi, fissando ansiosamente il televisore. Stavano trasmettendo una pubblicità. Sperai che non mi volessero sulla scena di un nuovo delitto.
«Qualche ora fa un ragazzo bianco di tredici anni è stato adescato all'uscita di un negozio nel Northside. Gli hanno sparato alla testa. Potrebbero esserci dei risvolti a sfondo sessuale.»
Ebbi un tuffo al cuore. Allungai la mano per prendere carta e penna. «Dov'è il cadavere?»
«Lo hanno ritrovato sul retro di una grande drogheria in Patterson Avenue. Voglio dire, che non è deceduto. Non ha ancora ripreso conoscenza, e in effetti non sappiamo nemmeno se se la caverà.
Quindi, visto che non c'è di mezzo un morto, so che non è un caso per lei. Però, vede, il fatto è che alcune ferite sono davvero strane. Non ne avevo mai viste di simili.
So che lei ha molta esperienza, così speravo che potesse aiutarmi a capire come e perché sono state procurate.»
Quindi, visto che non c'è di mezzo un morto, so che non è un caso per lei. Però, vede, il fatto è che alcune ferite sono davvero strane. Non ne avevo mai viste di simili.
So che lei ha molta esperienza, così speravo che potesse aiutarmi a capire come e perché sono state procurate.»
«Me le descriva» dissi.
«Dunque, innanzitutto parliamo di due zone: una all'interno della coscia destra, in alto, verso l'inguine, l'altra intorno alla spalla destra. Mancano interi brandelli di carne, come se fossero stati asportati, e lungo i margini delle ferite compaiono graffi e strane incisioni. In questo momento si trova all'Henrico Doctor's.»
«Avete rinvenuto i tessuti recisi?» Stavo scartabellando mentalmente i miei archivi alla ricerca di qualche analogia con casi del genere.
«Non ancora. Comunque i nostri uomini stanno continuando le ricerche, anche se l'aggressione potrebbe essere avvenuta all'interno di un veicolo.»
«Quale veicolo?»
«La macchina dell'aggressore. Il parcheggio dove è stato rinvenuto il corpo si trova a circa sei chilometri dal negozio in il ragazzo era stato visto l'ultima volta.
Probabilmente è salito sulla macchina di qualcuno, magari con la forza.» «Avete scattato delle foto alle ferite, prima di portarlo in ospedale?
«Sì, anche se i medici non possono fare molto. Visto il quan-Itivo di pelle mancante, sarà necessario effettuare un tratto - un trapianto a tutto spessore - hanno detto.»
Significava che gli avevano ripulito le ferite, somministrato antibiotici per via endovenosa e che adesso aspettavano aticargli un prelievo cutaneo dal gluteo. Se, invece, aveva cambiato idea e gli avevano scalzato i tessuti circostanti per suturare, allora non mi sarebbe rimasto granché da vedere.
Non hanno suturato le ferite» dissi, così mi è stato riferito.» Vuole che venga a dare un'occhiata?»
Sarebbe magnifico» disse lui, sollevato. «Così potrà esaminare ferite di persona.
Quando?»
Quando?»
Domani andrebbe benissimo.»
Accordo. A che ora? Se non le dispiace preferirei sul .»
Va bene alle otto? La aspetterò davanti al pronto soccorso.» sarò» dissi, mentre lo speaker televisivo mi fissava con pa. Riappesi, afferrai il telecomando e alzai il volume. genia? Nessuna novità da parte del governatore?»
La camera inquadrò il penitenziario di stato: un tratto del James River, appena fuori dal centro della città, duecento anni erano stati stipati i peggiori criminali.
Nell'oscurità si agitavano manifestanti armati e sostenitori della pena capitale dai volti improvisamente spigolosi sotto la luce cruda dei riflettori. La vista di facce che ridevano mi gelò il sangue nelle vene.
Poi, una graziosa corrispondente con un cappotto rosso in primo piano. Eccomi, Bill» esordì. «Come sai, nella giornata di ieri è stata istituita una linea telefonica diretta fra il penitenziario e del governatore Norring. Non si hanno ancora notizie, ma questo la dice lunga: se il governatore non intende intervenire, mantiene il silenzio.»
«E che atmosfera si respira? Ci sono fermenti?»
«No, per ora la situazione è tranquilla. Qui fuori sono ormai radunate alcune centinaia di persone, e il penitenziario è praticamente deserto. La maggior parte dei detenuti è stata trasferita nel nuovo istituto di pena di Greensville, qui ne sono rimasti pochissimi.»
Spensi la tv. Qualche minuto dopo ero già in macchina, diretta verso est, la sicura delle portiere abbassata e la radio accesa. La stanchezza si stava insinuando in me come una specie di anestesia. Mi sentivo appannata e malinconica. Odiavo le esecuzioni capitali.
Odiavo aspettare la morte di qualcuno, per poi inciderne con il bisturi le carni ancora calde. Ero un medico con una specializzazione in legge. Mi avevano insegnato cosa dava la vita e cosa la toglieva, cosa era giusto e cosa sbagliato.
Poi, l'esperienza era diventata la mia maestra. Una maestra che con la mia parte più pristina, idealista e analitica, ci si era pulita le scarpe. È straziante ritrovarsi costretti ad ammettere che molti cliché sono veri. Non esiste giustizia a questo mondo. E nulla avrebbe mai potuto cancellare quello che Ronnie Joe Waddell aveva fatto.
Da nove anni era rinchiuso nel braccio della morte. Non ero stata io a occuparmi della sua vittima, uccisa prima che mi venisse assegnato l'incarico di capo medico legale della Virginia e che mi trasferissi a Richmond. Ma avevo studiato il suo dossier, e conoscevo anche il più piccolo e raccapricciante dettaglio della vicenda. La mattina del quattro settembre di dieci anni prima, Robyn Naismith aveva telefonato a Channel 8, dove lavorava come annunciatrice, dicendo di essere indisposta. Era uscita per comprare qualche medicina, poi era rincasata.
Il giorno seguente avevano ritrovato il suo corpo nudo e straziato nel salotto, appoggiato contro il televisore. Un'impronta di sangue rilevata sull'armadietto dei medicinali era poi stata identificata come appartenente a Ronnie Joe Waddell.
Quando arrivai, sul retro dell'obitorio trovai alcune macchine parcheggiate. Fielding, il mio vice, Ben Stevens, l'amministratore, e Sifwn Story, la mia assistente di sala, erano già lì.
Il portone della zona di carico era aperto e le luci illuminavano la pavimentazione catramata dell'interno. Mentre parcheggiava a mia volta, un agente della polizia di stato scese dall'auto pattuglia dov'era rimasto seduto a fumare.
Jon è rischioso tenere la porta aperta?» chiesi. Era un tizio e magro, con folti capelli bianchi. Sebbene in passato avessimo già avuto modo di parlarci, non riuscivo a ricordare i nome.
Per adesso non sembrano esserci problemi, dottoressa Scarpetta» rispose, allacciandosi la giacca di nylon pesante, ho visto in giro facce sospette.
In modo che così resti.»
L'importante è che lei non si allontani.»
Sò contare su di me. In caso di difficoltà possiamo chiedere dei rinforzi. Pare ci siano molti manifestanti.
Immagino abbia letto sul giornale di quella petizione. Hanno raccolto non so quante firme e l'hanno presentata al governatore.